martedì 2 dicembre 2014
Dio provvederá
Per poter avere acqua e fognatura nella sua
baracca, Gloria si é indebitata fino al collo. Esce la mattina presto e rientra
tardi dal suo posto di lavoro: la strada, dove vende bigiotteria. Fino ad ora
stava cucinando per vendere ai passanti: un’attivitá che le fruttava di piú
peró la zona dove vive é impervia, non era tanto facile caricare pentole e
piatti su e giú per un sentiero roccioso. Gloria da piccola si é ammalata di
poliomelite, ha una gamba piú corta dell’altra, l’osteoporosi a un livello
grave e un inizio di scoliosi. Ha 43 anni. Durante il periodo natalizio non
potrá stendere il suo materiale sul marciapiede dove si situa perché la
proprietaria stessa si metterá a vendere e il prossimo inverno non potrá
stenderlo ugualmente a causa della pioggia. Allora
le chiedo: come farai? Mi risponde sorridendo: Dio provvederá.
La ringrazio per
essere venuta a visitarmi, e mi dice: Hermanita,
más bien gracias a usted para escucharme y por este abrazo. (Grazie per
ascoltarmi e per questo abbraccio).
La muta
Non sapevo che fosse sordomuta la piccola
Jocelyn, una ragazzina di 12 anni che tra qualche giorno riceverá la prima
comunione. Mentre parlavo con lei mi faceva tanta tenerezza, dai suoi occhi
incominciarono a scendere lacrime ed io non capivo perché. Qualche giorno dopo
ho potuto parlare con sua madre, anche se non é colei che le ha dato la vita.
Jocelyn é stata abbandonata dalla mamma quando
aveva 4 anni, il papá non si é mai interessato di lei, non riconoscendone la
paternitá. Quando l’attuale madre fu a cercare qualcuno della sua famiglia, i
vicini le dicevano: Conosciamo la muta,
ogni sera vagava tra le baracche piangendo, cercando la mamma. Questa,
giovanissima, rientrava a casa all’alba ubriaca.
Nessuno ha voluto assumere questa bimba e cosí é rimasta lí dove era stata abbandonata, tra sconosciuti che la
stanno amando come una figlia, una sorella.
L’attuale mamma mi diceva: é piú affettuosa
dei miei 4 figli naturali. A volte quando mi addormento sul divano mi risveglio
con una coperta e quando rientra suo papá é l’unica che gli offre
qualcosa da bere.
Jocelyn era una bimba aggressiva, non voleva che nessuno le
si avvicinasse: sentendosi amata dal calore di questa famiglia, ha incominciato
ad amare.
Non c’e niente da fare, non c’é speranza?
Quando uccisero Alex a coltellate, Coki lo
prese tra le sue braccia ed insieme a Jeanmarco furono all’ospedale con Jesús
che era stato ferito. Da quel momento Coki ha rafforzato la sua
appartenenza alla pandilla, ora piú che mai é disposto a dare la vita per
vendicare la vita di Alex, morto all’etá di 18 anni, e affermare la sua
identitá. Eppure stá male da quando ha visto morire l’amico, eppure ha paura di
scendere nella parte bassa della collina: se
scendo mi uccidono, ho paura. Coki ha 16 anni.
La mamma non sa cosa fare, pensa che la
soluzione sia rinchiuderlo da qualche parte. Nessuno dei suggerimenti che le
diamo sembra darle speranza e allora le chiediamo: Non c’e niente da fare, non c’é speranza?
Coki non ha nessun sacramento, la sua famiglia non conosce Dio. Il papá di Coki
é costantemente ubriaco, spendendo buona parte dello stipendio. La mamma va a
lavorare tutto il giorno per portare avanti la famiglia ed ha rinunciato a
credere che ci possa essere un cambio. Nella baracca vive un’altra figlia con il
suo bambino, avuto da giovanissima.
La signora Maria le racconta la sua esperienza:
mio figlio era cosí, allora ho
incominciato a pregare insistentemente. Adesso é giá sposato ed a volte mi
dice: mamma vieni a pregare il rosario a casa nostra.
Non c’e
niente da fare, non c’é speranza?
Il sole entra nella nostra casa se apriamo le finestre, se queste invece rimangono chiuse rimarremo nell’oscuritá. La lettura del vangelo
oggi diceva: Il regno di Dio é vicino.
martedì 28 ottobre 2014
Luzmila é una donna giovane, mamma di 4
bambine, l’ultima é nata 20 giorni fa e si chiama Cristiana. Qulache giorno fa
un parrocchiano l’ha vista triste e preoccupata e quando ha saputo il perché le
ha proposto di venire da noi per poter ricevere un aiuto e cosi l’altra sera é
venuta con la neonata e due bambine.
Lo sposo di Luzmila, Wilmer, qualche giorno fa
rientrando a casa dopo il lavoro é stato assaltato da tre uomini. Non riuscendo
a togliergli il gilet, nella cui tasca c’erano delle monete, hanno incominciato
a colpirlo con un coltello. Le ferite si stanno rimarginando peró nel frattempo
in casa non c’é nessuno che lavora. Luzmila é andata a lavorare con il mototaxi
per portare a casa qualcosa, peró la bambina é troppo piccola per andare con
lei. Anche Wilmer ha incominciato a uscire peró le ferite gli fanno ancora
male.
Le avevamo preparato una bolsa con alcuni alimenti e quando gliel’ho
data, le due bambine hanno incominciato a tirar fuori i doni con uno stupore
incredibile: riso, zucchero, olio...!!! come se avessero incontrato giocattoli
e caramelle.
Quando sono andati via, Luzmila
mi ha detto: L’unica cosa che chiedo al Signore é che mi dia salute per
lavorare e non far mancare il necessario alla mia famiglia, solo questo gli
chiedo.
Quanta semplicitá, quanta dignitá. Amen, cosi sia.
domenica 19 ottobre 2014
Oggi, giornata mondiale della missione, é stato un
giorno molto bello nel quale ho potuto contemplare dei veri missionari.
In mattinata siamo andati a visitare una famiglia
speciale, si tratta di persone, soprattutto giovani, ammalati di TBC o in fase
di recupero. Da 5 giorni hanno raccolto e accolto una donna: Sandra. L'ospedale l'aveva messa in strada, vi é rimasta per
6 giorni su un materasso, con un cagnolino. Il suo volto, tra cappellino e
mascherina, non si vedeva bene, é
magrissima, tanto da perdersi sulla sedie a rotelle vecchia e arrugginita. Accogliere Sandra é
stata un’eccezione perché é donna, mentre la casa accoglie solo uomini e perché
non hanno spazio. Di fatti hanno liberato il piccolo ambulatorio, dove
condividono medicine anche con chi viene da fuori in cerca di aiuto, per darle
uno spazio riservato. Genny che porta avanti la casa ha dedicato la sua vita a queste persone vedendo in
loro lo stesso Gesú ed ha aiutato affinché ogni membro della famiglia pensi lo
stesso l’uno dell’altro. Si respira un clima fraterno, semplice e simpatico, che
contagia. Uno di loro é un caso psichiatrico, di tanto in tanto nel cerchio in
cui eravamo seduti, si metteva in piedi e incominciava a farfugliare con la
bava alla bocca. Tutti gli altri lo ascoltavano con molto rispetto e
puntualmente partiva un applauso per fargli festa come se avesse detto la cosa
piú interessante al mondo.
Nel pomeriggio con un giovane che da gennaio sta cercando di cambiare vita dopo aver vissuto nella pandilla, furto, droga... siamo andati a visitare a un ragazzo di 16 anni che un mese fa é stato ferito alla gamba con un coltello da alcuni ragazzi che volevano ucciderlo. Suo fratello di 19 anni cercando di salvargli la vita é rimasto ucciso, accoltellato. Il giovane, raccontandogli qualcosa che ha vissuto nella sua carne, ha parlato al ragazzo di Gesú che ha dato la vita per lui, che lo ama, si preoccuppa per lui e che non vuole che ci sia vendetta, continuando l’onda di violenza. Mentre mi condivideva eravamo in chiesa ai piedi del crocifisso.
Nel pomeriggio con un giovane che da gennaio sta cercando di cambiare vita dopo aver vissuto nella pandilla, furto, droga... siamo andati a visitare a un ragazzo di 16 anni che un mese fa é stato ferito alla gamba con un coltello da alcuni ragazzi che volevano ucciderlo. Suo fratello di 19 anni cercando di salvargli la vita é rimasto ucciso, accoltellato. Il giovane, raccontandogli qualcosa che ha vissuto nella sua carne, ha parlato al ragazzo di Gesú che ha dato la vita per lui, che lo ama, si preoccuppa per lui e che non vuole che ci sia vendetta, continuando l’onda di violenza. Mentre mi condivideva eravamo in chiesa ai piedi del crocifisso.
Che bello nel giorno mondiale della missione essere
evangelizzata dai poveri.
venerdì 26 settembre 2014
Incominciamo con un Padre nostro
XXX é una ragazza
che ha appena compiuto 18 anni, abbiamo chiacchierato un pó e con tanta
semplicitá mi ha fatto entrare nella sua vita.
Non so come possa
portare tanto peso! Una vita fatta di strada, furti, droga, alcool, sesso,
aborto, tentado suicidio, bugie, forti sentimenti di vendetta, di rabbia, di
insoddisfazione... Sembra tanto forte, tanto libera, sicura di sé e invece é di
una fragilitá estrema.
Ho desiderato
ascoltarla regalandole tutto l’amore che potevo e con il grande desiderio che
la breccia che Dio ha aperto in lei si apra sempre di piú. Le ho chiesto se
conosceva una preghiera, mi ha detto: Sí, il Padre nostro. Allora ogni mattina
incomincieremo con un Padre nostro.
martedì 9 settembre 2014
Luis: quando sono debole allora sono forte
La storia di Luis é molto dura. L’anno scorso,
mentre stava bevendo con alcuni amici in strada nelle prime ore del mattino, fu
avvicinato da alcune persone come per attaccar briga e uno di questi lo aggredi
alle spalle con una bottiglia, ferendolo alla spalla. Luis rimase molto tempo
steso al suolo, mentre si cercava il modo di portarlo all’ospedale. Purtroppo
il colpo che aveva ricevuto aveva ferito una delle arterie e questo é stato
fatale.
Luis ha 46 anni, era un uomo alto e robusto, adesso è magrissimo, con i
muscoli contratti, è alimentato per sonda ed ha bisogno di un’attenzione
costante. Vive con suo figlio adolescente e con una sorella che, con l’aiuto
del resto della famiglia si sta prendendo cura di lui. Quando avvenne questa
tragedia la famiglia entró nella disperazione totale: da dove prendere i soldi
per curarlo? Si sono indebitati ed hanno realizzato una serie di attivitá per
raccimolare un poco di soldi.
Grazie ad alcune donazioni continuiamo ad
aiutarli con le medicine, le terapie...ed anche si é cercato di
rendere la povera stanza in cui vive piú idonea ad un ammalato. Anche ieri
siamo andati a fargli visita ed ho visto il suo volto piú sereno, ho pensato che
l’amore di coloro che lo accudono lo sta trasformando, forse quando era forte e
sano non aveva potuto sperimentarlo, adesso che ha bisogno degli altri per tutto,
ha potuto incontrarsi con l’Amore. Allo stesso modo ho visto il volto delle
sorelle molto tenero, forse anche loro prima
non avevano potuto esprimergli come ora il loro amore.
martedì 26 agosto 2014
sabato 9 agosto 2014
martedì 5 agosto 2014
lunedì 21 luglio 2014
Encarnación e il primato di Dio
Ieri sera ho vissuto un incontro con il gruppo di preghiera
della parrocchia, mi avevano chiesto che parlassi loro del 3 comandamento: Santificare
le feste.
Incredibile
a dirsi peró é stata la testimonianza della signora Encarnación ad aiutarmi ad
entrare in profonditá in questa veritá. La signora Encarnación non é
giovanissima, ha i capelli bianchi ed un volto consumato dalla fatica. Ha
condiviso con tutti che per tanto tempo non é andata a messa la domenica a
causa del lavoro: non poteva rinunciarvi proprio il giorno in cui poteva
guadagnare di piú. Peró si é resa conto che quanto guadagnava lo gastava in
medicine perché non stava bene di salute, fino a quando un’amica le suggerí di
chiedere al suo angelo di svegliarla per pregare. Da quel giorno si sveglia
tutti i giorni alle tre del mattino, prega fino alle cinque e da lí si prepara
per andare a lavorare, pero non prima di essere andata a messa. Nel pomeriggio
poi si dedica alla famiglia, a parlare e a stare con i suoi figli...Da quel
momento non sta piú male, anzi si sente piú forte ed é contenta.
venerdì 11 luglio 2014
ABBIAMO LA FORTUNA DI ESSERE DONO
Qualche giorno
fa siamo andati a visitare una piccola famiglia, di nome "Sembrando
esperanza"(Seminando speranza). Era la seconda volta che li visitavo e la
sensazione é stata la stessa: mi sono trovata bene in mezzo ai piccoli del
regno. Questa famiglia é costituita da persone, prevalentemente giovani che
sono o sono stati ammalati di tubercolosi. A questa malattia normalmente sono
giunti perché vivevano nella strada, alcuni sono senza famiglia, alcuni hanno
avuto problema con la droga, con l’alcol. La debolezza del corpo e dello
spirito hanno spalancato la porta a questa malattia, molte volte mortale.
Il clima
che si respira é quello della semplicitá e della gioia. Sono coscienti della loro
fragilitá e soprattutto della potenza di Dio, unica áncora di salvezza.
A dire il vero il Signore ha regalato un appoggio fantastico nella persona di
Jenny, una giovane donna che dall’etá di 20 anni si é dedicata ai piú
bisognosi, fino a quando qualche anno fa, ha potuto aprire questa casa.Yenny ha
voluto lascire tutto per seguire il Signore in questi amici, ha il suo lavoro
come professoressa peró é al 100% dedicata alle necessitá dei suoi figli, come
ama dire. Ad un certo punto mi ha detto: abbiamo la fortuna di essere dono,
sono contenta.
Grazie Signore
perché ci riveli il cammino della vera gioia, permettendoci di essere dono per
gli altri.
giovedì 3 luglio 2014
martedì 1 luglio 2014
giovedì 19 giugno 2014
Necesitamos de sangre
Ieri con la signora Gloria e con Katia, siamo andate a far visita a Cristian un ragazzino di 11 anni, ammalato di leucemia. Arrivare a casa sua non é stato facile, vive su un cerro dove non ci sono né scalinate, né strade. La signora Gloria che vive nella stessa zona ci apriva il cammino, lei non puó piegare un ginocchio, ma camminava come un cerbiatto, facendomi vergognare delle mie difficoltá per il cammino impervio.
Quando siamo arrivate siamo stati accolte
da due bambine: la sorellina e la cuginetta di Cristian, entrambe simpatiche e
vivaci. La casa é molto semplice: un bagno esterno, due camere da letto e la
cucina. Lo spazio esterno é tutto in pendenza ed é pura rocca.
Entrando nella stanza di Cristian mi sono
meravigliata di quanto fosse graziosa rispetto a tutto il resto: tetto di
cemento, pareti colorate, un bel letto, tutto pulito. Cristian era appena
rientrato dall’ospedale dove si era sottoposto alla chemioterapia e i medici
raccomandano che l’ambiente in cui vive sia come quello di un buon ospedale, perché
essendo moto debile, potrebbe contrarre altre malattie. Siamo state un pó con
lui, ci ha detto che gli mancano gli
amici, perché non puó stare in mezzo alla gente. Abbiamo pregato un Padre nostro
chiedendo il dono della guarigione.
Uscendo nel “cortile” abbbiamo chiesto alla mamma come potremmo aiutarli e lei
ci ha detto: “Necesitamos de sangre,
abbiamo bisogno di sangue”. Il centro che normalmente glielo dá, el banco de la sangre, non vuole piú
dargliene perché sono in debito di 13 sacche e quando riceve la chemio, l’emoglobina
é cosi bassa che non puó fare a meno di trasfusioni. Abbiamo contemplato l’amore
di questa mamma per il propio figlio, la preoccupazione e la semplicitá.
Confidiamo al Signore il desiderio di riuscire a poter dare loro questo sangue, in attesa che Cristian possa ricevere il trapianto di midollo.
Confidiamo al Signore il desiderio di riuscire a poter dare loro questo sangue, in attesa che Cristian possa ricevere il trapianto di midollo.
lunedì 2 giugno 2014
martedì 20 maggio 2014
Il giovane che ho chiamato Leopoldo mi ha
raccontato un altro episodio della sua giovane vita. Un giorno i suoi amici gli
propongono di andare alla cancha,
cioé a rubare: volevano bere e non avevano soldi. Prendono di mira un ragazzino
di 15 anni, egli stesso lo afferra per le spalle e gli ruba il cellulare e poi
incomincia a scappare. Il ragazzino lo rincorre e nonostante Leopoldo faccia
di tutto per nascondersi il ragazzino lo raggiunge dentro un vicolo, a questo
punto Leopoldo e gli altri due complici incominciano a prenederlo a sassi, lo
picchiano cosi forte alla testa che il sangue spruzzava da tutte le parti e poi
fuggono: Abbiamo venduto il cellulare a 30
Soles e non so se questo ragazzino sia ancora vivo.
Mentre mi raccontava
questa scena non ho potuto non pensare ad un
altro episodio, a Christian che meno di due mesi fa é stato ucciso perché aveva
cercato di scapppare a tre persone che volevano rubargli il cellulare. Quando
lo raggiungono lo picchiano con pietre fino a spappolargli il pancreas e
Christian all’etá di 16 anni muore per un’emorragia interna. Christian
partecipava alla parrocchia e la sua famiglia, in un modo incredibile, dopo la
morte del figlio si é avvicinata a Dio, in modo particolare la mamma, Jessica.
Domenica mattina Jessica era seduta proprio affianco a Leopoldo: la mamma di
un ucciso e un uccisore, due vittime.
Leopoldo mi ha
confidato che si sente perdonato da Dio grazie al sacramento della confessione
peró non puó non pensare a quanto male ha fatto: Dio mi ha salvato la vita molte volte, molti dei miei amici sono in
carcere, alcuni sono stati uccisi con armi da fuoco, altri sono stati colpiti
da pietre che li hanno resi ciechi o hanno perso i denti o sono stati feriti…Dio
mi ha protetto e adesso vuole che sia un testimone, peró mi sento male pensando a quanto male ho fatto.
Allo stesso modo Christian
é diventato il símbolo di una morte innocente che silenziosamente grida no alla
violenza.
Che la vita di questi
due giovani che in Dio hanno trovato la pace e un senso alla loro vita/morte,
sia luce per tutti coloro, vivi e morti, che ancora sono nelle tenebre.
DIO PADRE PROVVIDENTE
Ho incontrato M.
una giovane donna, mamma di tre bambini. Mi aveva parlato di lei sua zia che ha
ricevuto da parte dello Stato la tutela di questi bambini, oggi ho compreso il
perché.
M. ha
perso la mamma all’etá di 7 anni e seppur tanto piccola si é preoccupata dei
suoi fratellini, il minore aveva un anno e mezzo. Questa perdita ha segnato la
sua vita, l’altro giorno, festa della mamma, mi ha detto tra le lacrime: mi
manca molto la mia mamma. A 23 anni dá a luce il primogenito, del papá non si
sa niente.
Qualche anno
dopo inizia un’altra relazione dal quale nascerá ill secondogenito. Con quest’
uomo le cose stavano andando bene fino a quando lei si accorge di essere
nuovamente incinta e il suo compagno rifiuta di avere ancora un bimbo. La
situazione diventa drammatica quando M. scopre che quest’uomo le ha mentito,
l’ha tradita perché ha un’altra donna e altri 3 figli. Di tanto in tanto si
assentava dicendo che andava a visitare sua mamma, invece stava con l’altra
famiglia.Tutto precipita, M. si considera un nulla e decide di togliersi la
vita e togliere la vita ai suoi bimbi. Il tentativo di avvelenamento fallisce,
lei va in carcere con la piú piccola che da poco aveva dato a luce e i due
bimbi vengono affidati a un’orfanotrofio.
Dopo un
anno la famiglia si ritrova, lei incomincia a lavorare restando fuori tutto il
giorno, cosicché i bambini escono di casa, restano soli senza che nessuno si
preoccupi di loro. M. viene denunciata e le tolgono la potestá dei bimbi. Ecco
che la zia si fa carico di loro.
I piú
grandi stanno partecipando alla messa e al catechismo, quando mi incontrano mi
fanno un sacco di festa, mi abbracciano con tanto calore. Qualche settimana fa
sono anche andata a visitarli nella loro casa: mi aspettavano con ansia.
La mamma
si sente molto in colpa perché si considera responsabile delle difficoltá che i
suoi bimbi stanno vivendo, é molto preoccupata in modo particolare per il
secondogenito, giá due volte ha ripetuto la prima elementare, non riesce a
stare attento, si distrae con facilitá, é molto turbolento.
M. ci ha
chiesto aiuto per avere l’appoggio di un psicologo e di un neurologo: grazie
alla provvidenza siamo riusciti ad avere due appuntamenti con uno psicologo del
Cetpro e con un medico nel distretto di S. Martin de Porres. Le visite con
medici di questo tipo non é cosi facile ottenerle e sono molto costose, una
visita con un bravo neurologo costa 400 soles, piú della metá di uno stipendio
minimo.
Che il Padre buono
continui ad accompagnare questa famiglia con il suo amore provvidente perché
questa donna con i suoi bimbi che tanto hanno sofferto possano incontrare il
cammino della serenitá.
martedì 6 maggio 2014
Solo chi é veramente povero confida in Dio
Ieri sera ho dialogato con un giovane di poco piú di 20 anni, mi ha raccontato la sua storia, condividendo con me che appena lo conosco, tanti particolari della sua breve pero intensa vita. Lo chiameró Leopoldo nel rispetto della sua privacy.
Leopoldo é nato e vissuto in una famiglia molto umile, la loro casa era fatta di stuoia. Suo papá non ha fatto mai mancare, a lui e alle tre sorelle un piatto a tavola, peró gli ha fatto molto male, gritandogli che era un inutile e picchiando la mamma soprattutto ogni fine settimana quando rientrava a casa ubriaco. Leopoldo soffriva molto nel vedere la mamma piangere e un giorno le ha promesso che mai avrebbe avrebbe toccato una donna per farle del male.
Quanto viveva in casa ha incominciato a condizionare la sua vita, nonostante non volesse essere come il papá, per tante situazioni, tante vicende subite ha incominciato a non andare bene a scuola, a drogarsi, a bere fino a ubriacarsi, a far parte di una pandilla, a rubare, a maltrattare le ragazze prendenddole in giro, illudendole, mettondele incinte e poi lasciandole, dicendo loro che non le amava e che il bambino non era affare suo.
Leopoldo non era indifferente a tutto ció che stava passando nella sua vita peró non riusciva ad essere diverso. Incominció a sentire qualcosa di diverso quando partecipó a un ritiro dove gli parlarono di Gesú, all'inizio era molto annoiato, peró alla fine non voleva piú andarsene, sentiva che Dio gli diceva: Cercami.Purtroppo rientrando nella realtá quotidiana, gli amici del quartiere, del trago (quelli con cui beveva), le difficoltá lo hanno fatto ricadere.
Quanto viveva in casa ha incominciato a condizionare la sua vita, nonostante non volesse essere come il papá, per tante situazioni, tante vicende subite ha incominciato a non andare bene a scuola, a drogarsi, a bere fino a ubriacarsi, a far parte di una pandilla, a rubare, a maltrattare le ragazze prendenddole in giro, illudendole, mettondele incinte e poi lasciandole, dicendo loro che non le amava e che il bambino non era affare suo.
Leopoldo non era indifferente a tutto ció che stava passando nella sua vita peró non riusciva ad essere diverso. Incominció a sentire qualcosa di diverso quando partecipó a un ritiro dove gli parlarono di Gesú, all'inizio era molto annoiato, peró alla fine non voleva piú andarsene, sentiva che Dio gli diceva: Cercami.Purtroppo rientrando nella realtá quotidiana, gli amici del quartiere, del trago (quelli con cui beveva), le difficoltá lo hanno fatto ricadere.
Una forte notizia di dolore é stata la porta attraverso la quale il Signore ha nuovamente bussato all sua porta: una sorella si ammala di AIDS. Il mondo gli casca addosso. Questa sorella ha due bimbi piccoli, l'uomo con il quale vive, che non é il papá dei bimbi, anche lui é ammalato della stessa malattia. Leopoldo piange in continuazione e mentre grita a Dio il perché di tutto questo incomincia a sentire il desiderio di cambiare vita.
Il venerdi Santo partecipa del via crucis:
Io che camminavo con i miei amici facendo il tifo per la U (una squadra di calcio), adesso grido facendo il tifo per Gesú. Io credo che Dio ha un progetto per me, mi sta benedicendo in tutto quello che faccio, so che non mi abbandonerá, so che lui mi é vicino.
Solo chi é veramente povero come Leopoldo puó confidare in Dio. il Signore ci permetta di non avere nessuna sicurezza, nessuna difesa se non in Lui.
martedì 8 aprile 2014
![]() |
Partecipando al battesimo didue bambini nella nostra chiesa |
Con Gloria nella sua casa
In questo tempo il Signore mi ha permesso di
entrare con maggiore intensitá nella vita del popolo, in mezzo al quale ci
troviamo. Ascoltare alcune esperienze, vedere come molti vivono é stato tanto
forte che mi sembrava o volevo convincermi, che era solo un film, che non era
vero perché non poteva essere vero.
La violenza nella strada, nelle famiglie,
l’abuso di papá verso le loro figlie, l’impotenza davanti alla povertá… Eppure
ancora una volta ho contemplato una vita che é piú forte della morte, una
speranza che vince lo scoraggiamento, un perdono che contrasta la vendetta, una
fiducia che é piú forte della disperazione.
Durante la Pasqua proclamaremo: “Cristo é veramente risorto”. Sí Cristo é risorto e noi lo abbiamo visto!
In particolare mi piacerebbe raccontarvi
l’esperienza della signora Gloria. Gloria fa parte del grupo di solidarietá,
cioé un grupo di persone che nella parrocchia accompagna le situazioni dei piú
bisognosi, dei piú poveri tra i poveri. Ogni settimana visitano le famiglie che
hanno maggiore necessitá, portando alimenti, vestiti… Gloria é molto animata in
questo servizio: nella messa della scorsa settimana con forza ha chiesto ai
parrocchiani il loro appoggio dicendo che tutti possiamo sperimentare come é
bello donare. Gloria ha condiviso come a volte sia facile fermarsi alle proprie
difficoltá, lamentarsi per quello che non si ha peró poi, entrando in molte
famiglie, si sperimenta, ci si rende conto di quanto si ha. Mi é piaciuto molto
il suo atteggiamento e ancora di piú, dopo essere stata a casa sua, é nato
spontaneo il grazie per la sua testimonianza. In questi giorni deve affrontare
un problema ben difficile: debe spostare la sua casa!!!
Negli anni ci sono stati
cambi a livello urbanístico e perció il limite della sua casa si é spostato, in
questo momento la sua baracca occupa circa un metro della proprietá del vicino.
Questi deve costruire un muro e perció ha bisogno del suo terreno. La casa non
é di mattoni e questo puó rendere tutto piú facile, peró non lo é. La casa é
costituita da 4 pareti di un leggero compensato, pieno di buchi, otturati con
plastica, carta…, il tetto é un eternit abbastanza rovinato, muovendolo
potrebbe non essese piú riutilizzato. Il bagno si trova all’esterno ed é un buco
nel terreno circondato con cartone e stuoia, non hanno fognatura e hanno solo
un serbatoio di acqua con un rubinetto: l’acqua la comprano dal vicino. La
cucina é costituita da un lavabo, mattoni e carbone per cucinare. Le poche
pentole conservate in una borsa di plastica per non riempirsi di sabbia. Dentro
le 4 pareti si incontrano un tavolo con 4 sedie, un piccolo armadio, un divano
che di notte é un letto, alle spalle di questo una parete di compensato divide
da due letti: tutto nello spazio di 5x5. Per andare a dormiré la figlia debe
aprire la parete. Ammucchiate un pó di qua, un pó di lá ci sono borse con i
loro vestiti o con cose che un giorno potrebbero essere utili. Questa baracca é
costruita nel cerro, dove le varie case sono state costruite ricavando terra dalla collina, come a
gradini. Mettendosi d'accordo tra i vicini hanno costruito un pezzo di scala che
facilita la salita alla casa, peró c´é da camminare con attenzione perché é
ripido.
Gloria mentre ci mostrava la sua casa diceva: Sono tranquilla, che posso
fare? se ci penso mi dispero e allora meglio non pensarci. Mentre mi raccontava
tutto questo e tutte le altre difficoltá che vive, ancora piú forti del
problema della casa, ho sentito la tentazione di andarmene per non ascoltare,
per non incontrarmi anch’io nella disperazione di chi non sa cosa fare.
Salutandomi mi ha detto che lei non era nessuno per meritare che andassimo a trovarla ed io le ho risposto che non avevo lasciato la mia terra…per niente, che ero lí anche per lei. Qualche giorno dopo incontrandomi mi ha detto che aveva pensato alle mie parole, a quanto forse non era stato facile lasciare tutto, e ci ha ringraziato perché siamo qui. Ieri é venuta donandoci un pó di frutta. Se anche non potessimo aiutarla materialmente, il solo fatto di esserci, di preoccuparci per lei é giá esperienza dell’amore di Dio, é giá Pasqua. Un’ altra cosa che mi disse fu: Ho un sogno, avere una casa come quella, indicandomi una casetta di legno: tanto sognare non costa nulla! Spero con tutto il cuore che questo sogno divenga realtá.
Ed é diventato realtá, perché grazie ad un
contributo della Diocesi, con l’aiuto di vari amici del Portorico e d'Italia,
siamo riusciti a livellare il terreno e
ora dopo 3 settimane di lavoro, la casa è arrivata.
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